
Al primo anno ho assistito a due interventi chirurgici, non potrò mai dimenticare quella giornata scandita dalla musica dei R.E.M. che il professore aveva di sottofondo durante l'intervento (esattamente, proprio come in Nip/Tuck, c'era la musica! Però non c'era lo stereo, ma solo un cellulare con pochi mp3). Una banale colicistectomia ed una emozionante ernia inguinale; c'eravamo io Domenico e Sofia con tanto di camici verdi, cuffie e mascherine. L'odore di arrosto, di carne bruciata per via del bisturi elettrico è indimenticabile e ti rimane addosso per giorni.
Qualche mese fa fu la volta del reparto di Ginecologia. Io, Carmine, Anto e Vale passammo un'intera giornata con le urla delle partorienti e con i camici svolazzanti xD
Ieri, per via di una ADE, ho trascorso la mattinata nell'ambulatorio di Ematologia; era il giorno delle visite quindi già al nostro arrivo c'erano delle persone che aspettavano la disponibilissima dottoressa Serio. Il reparto non è dei più allegri: i pazienti erano dei malati di leucemia che avevano subito da poco il trapianto di midollo osseo. La dottoressa prima di far entrare il paziente ci raccontava la sua storia clinica e la attuale terapia, poi il paziente entrava e dopo una serie di convenevoli si passava alla visita vera e propria. Le fasi salienti e comuni ad ogni visita erano tre: prima si controllava la cute per evidenziare eventuali GvHD, poi si passava all'esame obiettivo del torace controllando milza e fegato, per finire si passava all'auscultazione dei polmoni ovviamente!
La dottoressa ha fatto fare qualcosa anche a noi studenti. Personalmente ho palpato per bene una signora e auscultato un paziente con uno strano fischio ai polmoni.
In questa fase mi ha colpito innanzitutto la differenza tra l'atteggiamento dei parenti dei pazienti e i pazienti stessi. Paradossalmente c'era meno preoccupazione da parte dei malati che di chi li accompagnava! Vedevi questi mariti, queste medri, queste sorelle distrutte da una malattia che non era loro; dall'altro lato c'era il paziente senza capelli e con la mascherina che rideva e scherzava con la dottoressa.
C'è tutto un mondo dietro le malattie di qualsiasi entità, un mondo che coinvolge i malati così come le famiglie; in certi casi ci sarebbe bisogno di un supporto psicologico globale da offrire gratuitamente a tutti quelli che Giani chiamava "Attori del processo di cure/care".
Altra cosa che mi lascia sempre senza parole è la trasformazione che subisce un medico nel momento in cui è a contatto col paziente: la dottoressa Serio (di nome e di fatto) con noi studenti è stata bravissima, ma manteneva un certo distacco, parlava italianissimo. Quando invece entrava il paziente si trasformava, diventava assolutamente amichevole, parlava addirittura in napoletano! Tutto per mettere a proprio agio i malati. Questa cosa appare spesso scontata, ma non credo sia una cosa facile da fare e si apprende solo con anni di esperienza (la dottoressa Serio lavorava da 10 anni in quel reparto).
Io credo che sarebbe cosa buona e giusta (ma rimarrà per sempre un'utopia) insegnare ai primi anni di Medicina & Chirurgia proprio il rapporto medico-paziente; ma non teoricamente, sfogliando le slides in Powerpoint, ma girando per i reparti e vedendo con i propri occhi come ci si deve rapportare con un malato. Un pò meno chimica e un pò più di approccio diretto al futuro "mestiere" che saremo chiamati a svolgere dopo la laurea!
Nel corso di una visita ho anche assistito ad un prelievo di midollo da una paziente. Prima viene fatta una puntura per anestetizzare l'osso, poi si utilizza lo spray per anestetizzare la cute (lo stesso usato dai calciatori quando subiscono dei piccoli infortuni in campo), poi si inserisce con forza un grosso ago che dal fianco penetra in profondità fino alla cresta iliaca dell'anca e perfora l'osso. A questo punto si unisce la siringa al grosso ago e si aspira il midollo con una sensazione che lo stesso professore Sèlleri che ha eseguito la manovra ci ha definito indescrivibile, è come se venissero strappati internamente all'osso dei pezzi di carne e si avverte come un risucchio, una pressione negativa.
Per la seconda parte della mattinata ci siamo spostati alle camere sterili. Un paziente con leucemia prima di subire il trapianto di midollo da un donatore compatibile, deve subire un ciclo di chemioterapia che ha lo scopo di distruggere il midollo osseo malato sia per debellare la malattia sia per far spazio al nuovo midollo. Il midollo osseo è la sede si produzione delle cellule del sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine), quindi distruggendo il midollo cessano anche le difese immunitarie e un singolo batterio può portare ad una infezione letale.
Ecco perchè prima della chemio, durante la chemio e dopo il trapianto il paziente viene letteralmente rinchiuso in una camera sterile senza alcun contatto con il mondo esterno. Chi entra all'interno solo solo i medici e gli infermieri che controllano la febbre e portano il cibo cotto e sterilizzato.
Per un mese intero il paziente è imprigionato in una stanza di 5 metri quadri (abbondando) avendo a disposizione solo una TV e un lettore DVD e tantissimo tempo per pensare alla propria malattia.
Questa è stata un'altra cosa che mi ha colpito. Lo sguardo di quei pazienti in quella sala non si può raccontare.
Una cosa da dire è che in tutta la Campania solo al Nuovo Policlinico esistono camere sterili, ma ce ne sono solo 2. Ciò vuol dire che in tutta la Campania solo 2 persone al mese possono subire trapianto del midollo. E' uno schifo o no? Esiste un progetto di ampliamento del reparto di Ematologia che portetrà la sale da 2 a 5, ma per i soliti problemi burocratici e economici i lavori sono fermi. Ma mi sembra giusto che i politici si mettano a discutere sulle intercettazioni piuttosto che sullo stanziare fondi alla ricerca e alle strutture ospedaliere!
Un'ultima cosa. E' difficilissimo trovare un donatore di midollo compatibile (con un fratello la probabilità è del 25%) e anche in caso di elevata o massima compatibilità non è detto che il trapianto vada a buon fine. Per questo motivo è necessario che aumenti il numero di donatori di midollo (la Campania è ultima in Italia)!
Io mi chiedo se tutti i parroci, i preti, i vescovi e i papi o le persone comune credenti e praticanti (tutte persone così altruiste) abbiano mai fatto una donazione di sangue.. ne dubito! Che ipocrisia! E' facile aiutare con le parole, ma che si faccia qualcosa di concreto!
Oggi donare il midollo è facilissimo. Basta una donazione di sangue iniziale per effettuare alcune analisi, poi quando ci sarà un ricevente compatibile si viene chiamati e a quel punto si effettua la donazione. Si può scegliere se donare dal midollo osseo oppure più semplicemente dal sangue periferico. Non ci sono effetti collaterali se non un senso di spossatezza generale e sintomi influenzali curabili con un pò di Tachipirina.
Una stronzata che può salvare una vita!
5 commenti:
bel post
completamente d'accordo con te, però non ci andrei mai in reparti simili, troppo triste
i reparti come questo sono i più brutti, perchè purtroppo più del 50% dei pazienti non usciranno da lì guariti...io ho visto in passato un pò il reparto di oncologia del Cardarelli, che è molto attrezzato, ma comunque ci sono molti casi e molte storie veramente toccanti, ammetto che ci vuole una forza morale notevole per poter lavorare in reparti come quelli e purtroppo io non credo di averla!!!! comunque davvero bel post
sasoooo salva il mondoooo!!!
cmq io già sarei morta a terra!!!
bravo sasoo!
E' interessante l'approccio di un futuro medico a certe cose; io che sono un po' emofobica e rigetto aghi/bisturi/affini trovo terribilmente confortante il sapere che c'è qualcuno che fa tutto questo in modo serio e ci tiene! (se fosse per me morirebbero tutti e io stessa ._.)
bravo!davvero :)
troppo buoni
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